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"Ancora qualche anno ed i manoscritti Na-khi diventeranno indecifrabili". Così scriveva, nel 1952, il botanico J. F. Rock, che visse per quasi un quarto di secolo tra i Naxi, in Cina. La ricchissima tradizione culturale di questa etnia, che popolava e popola le ultime propaggini dell'altopiano himalayano, stava infatti già allora attraversando un delicato momento storico, che metteva in discussione la trasmissione della sua eredità. Tuttavia, in questo libro Cristiana Turini può oggi offrirci lo studio con testo originale in caratteri pittografici e versione italiana commentata di un importante manoscritto rituale, utilizzato durante la "Cerimonia di Purificazione". Nel corso della realizzazione di questa ricerca, inoltre, l'autrice ha potuto restituire ai Naxi un tassello della loro identità tradizionale, riportando il manoscritto dell'opera qui presentata - originariamente donato da Rock al Museo Pigorini di Roma - nel contesto culturale d'origine e lì realizzandone l'interpretazione, con la preziosa, imprescindibile collaborazione di quella che è stata definita l'ultima generazione di grandi operatori del sacro. Questo libro vuole anche essere uno strumento per leggere l'attuale, difficile confronto dei Naxi con la modernità, un confronto che, se evidenzia la fragilità della loro cultura, non può non dimostrarne anche la forza, testimoniata dalla tenace conservazione, seppur esclusivamente a fini religiosi, dell'unica forma di scrittura pittografica ancora in uso al mondo.